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Confprofessioni presenta il Manifesto del lavoro intellettuale

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Confprofessioni presenta il Manifesto del lavoro intellettuale
Domani in Senato, Confprofessioni presenta il Manifesto del lavoro intellettuale. Ecco il decalogo dei diritti negati.

Il lavoro autonomo e professionale è stato definitivamente affondato dal Governo Renzi. Parte da qui l'iniziativa di Confprofessioni, la Confederazione dei liberi professionisti che domani mobilitare, con le loro associazioni, oltre 2,5 milioni di professionisti e lavoratori autonomi.
Il Presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, illustrerà l'iniziativa con l'intervento dei rappresentanti di Confassociazioni, Colap, Acta e Alta Partecipazione, lanciando proposte e soluzioni per rilanciare un settore economico centrale per lo sviluppo del Paese.

Alla conferenza stampa sono stati invitati Andrea Mandelli, Commissione Bilancio del Senato, Cinzia Bonfrisco, Commissione Bilancio del Senato, Maurizio Sacconi, Presidente della Commissione Lavoro del Senato, Chiara Gribaudo, Commissione Lavoro della Camera.

Attivato il sito www.noneunpaeseperprofessionisti.it dove sono spiegate le ragioni della mobilitazione. Per la politica degli ultimi 20 anni lavoratori autonomi e professionisti rappresentano un mondo residuale, un mondo che non si conosce e non si vuole conoscere o, nel peggiore dei casi, soggetti privilegiati da spremere, che non meritano rispetto e attenzione. I recenti attacchi subiti dal mondo del lavoro autonomo e professionale richiedono una risposta organica, coordinata e partecipata.

Sul mercato senza paracadute- Ogni giorno migliaia di giovani scelgono, con coraggio e determinazione, di avviare un'autonoma attività professionale, anche in risposta ad un mondo del lavoro sempre più chiuso e delocalizzato. Ogni giorno oltre 2,5 milioni di liberi professionisti e lavoratori autonomi mettono in gioco sul mercato le proprie competenze professionali, offrendo servizi e prestazioni ad alto valore aggiunto per la collettività e assumendosi oneri e rischi senza alcun paracadute sociale. Ogni giorno, in ogni campo, in ogni attività sociale ed economica questi lavoratori sono al fianco di imprese e cittadini per risolvere i loro problemi o più semplicemente per contribuire a rendere più competitive le loro attività o assicurare loro una qualità della vita migliore, senza chiedere nulla allo Stato. (fonte)

Il Decalogo- Anche i professionisti hanno diritto:

  1. di poter lavorare;
  2. a un compenso equo;
  3. alle tutele di welfare;
  4. di poter andare in pensione;
  5. hanno gli stessi diritti delle attività imprenditoriali;
  6. a un prelievo fiscale e contributivo sostenibile;
  7. a un credito accessibile;
  8. di essere parte attiva del tessuto economico;
  9. di difendere i propri interessi;
  10. di contribuire allo sviluppo del Paese.

Editoriale Non è un paese per professionisti, di Gaetano Stella