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Confidi, rafforzare il patrimonio senza discriminare i professionisti

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Confidi, rafforzare il patrimonio senza discriminare i professionisti
Il presidente Stella, in audizione al Senato, punta il dito contro le disparità di trattamento e rilancia il ruolo dei consorzi per la gestione dei finanziamenti comunitari.
"Rafforzare il patrimonio dei confidi, senza alcuna discriminazione verso i professionisti". È questo il messaggio lanciato ieri dal presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, davanti alla Commissione Finanze del Senato, nel corso di un audizione informale sul disegno di legge delega per la riforma dei confidi. "Il rafforzamento della patrimonializzazione è sicuramente un tema centrale per permettere ai confidi di poter svolgere la propria funzione di garanzia, ha detto Stella sottolineando come il sistema di garanzia fidi promosso da Confprofessioni, fino ad ora, non abbia beneficiato di alcun contributo pubblico, a causa della difficoltà di accesso a risorse pubbliche statali e regionali destinate esclusivamente alle Pmi e non anche ai professionisti.

Secondo il numero uno della Confprofessioni, che due anni fa ha lanciato i primi due confidi dedicati ai professionisti Fidiprof Nord e Fidiprof Centro sud, a penalizzare l'attività dei confidi concorrono alcuni "vizi formali" che resistono in capo alle Istituzioni chiamate a contribuire al rafforzamento patrimoniale dei confidi. "Istituzioni quali le Regioni, gli enti locali e le Camere di Commercio svolgono un'intensa attività a favore del rafforzamento patrimoniale dei confidi "storici", applicando criteri di premialità patrimoniale fondati sul presupposto di un'attività pluriennale che, in ultima analisi, discriminano i confidi più "giovani", come appunto quelli costituiti dai liberi professionisti" ha affermato Stella.

La riforma dei confidi rappresenta un passaggio fondamentale per lo sviluppo professionale, soprattutto alla luce dello sblocco dei fondi strutturali europei voluto dalla Commissione europea a favore dei professionisti. "Uno dei pilastri su cui si fonda il piano d'azione europeo coinvolge direttamente i consorzi fidi - ha sottolineato Stella - che nel loro ruolo di intermediari finanziari saranno chiamati a veicolare i fondi della Banca europea degli investimenti e del Fondo europeo degli investimenti per controgarantire una parte del rischio di credito e favorire quindi le migliori condizioni di finanziamento al sistema professionale".

L'esame del disegno di legge delega per la riforma dei confidi (ddl n. 1259) è iniziato il 18 giugno scorso presso la commissione Finanze del Senato. La delega conferita al Governo ha lo scopo di favorire la crescita dei confidi e di conseguenza un più agevole accesso al credito da parte delle PMI. Un obiettivo, si legge nella presentazione del Ddl, che può essere raggiunto soltanto attraverso interventi che favoriscano e incentivino la patrimonializzazione dei confidi, migliorino le condizioni e le modalità di raccolta delle risorse e valorizzino le attività svolte dai soggetti operanti nella filiera della garanzia e della controgaranzia.