PARI DIGNITA

Successo a Roma per la protesta-stampa di Confprofessioni

Confprofessioni
Successo a Roma per la protesta-stampa di Confprofessioni
Cig in deroga: battaglia di civiltà. Nel 2013 ne hanno beneficiato 8 mila dipendenti degli studi professionali.
Il dato è stato presentato ieri, durante la giornata di protesta indetta da Confprofessioni a Roma. Il dato registra un aumento, rispetto all'anno precedente, del 72% del ricorso allo strumento di sostegno al reddito.
Una cifra tutto sommato contenuta sul milione di lavoratori dipendenti dei liberi professionisti che applicano il CCNL di comparto, ma meritevole di tutela occupazionale al pari di tutti gli altri settori occupazionali e produttivi.

Gli studi professionali - di area sanitaria, tecnica, giuridica ed economica- sopportano la flessione dei redditi e salvaguardano il loro personale, ma non possono trasformarsi in ammortizzatori sociali.
A riprova dell'autoderminazione del comparto a mantenere le tutele socio-occupazionali dei propri dipendenti, lo scorso anno è stato  Fondoprofessioni, il fondo interprofessionale per la formazione continua del settore, a contribuire con oltre il 30% delle risorse al sostegno della Cig in deroga. Ma si tratta di una anomalia forzosa che ha avuto come rovescio della medaglia i sacrifici  per la formazione e la riqualificazione dei lavoratori dipendenti.

Per questo Confprofessioni insisterà presso il Governo e il Parlamento per chiedere che  la tenuta economico-occupazionale del settore sia garantita con il ripristino della CIG in deroga. La cassintegrazione per gli studi prodessionali era giù stata introdotta dal Ministero del Lavoro da alcuni anni e inopinatamente scomparsa nel decreto in discussione in Parlamento. Un vulnus normativo importante nel Diritto del Lavoro del settore professionale, profondamente carente di strumenti di incentivo e di sostegno, ma certamente gravato da costi finanziari e pesantezze burocratiche.

"Le commissioni parlamentari - ha dichiarato Gaetano Stella a mondoprofessionisti-  hanno accolto le nostre istanze, estendendo ai professionisti datori di lavoro la possibilità di accedere agli ammortizzatori sociali in deroga. Per noi si tratta prima di tutto di una battaglia di civiltà per combattere assurde discriminazioni che colpiscono i liberi professionisti e per salvaguardare i livelli occupazionali di un settore economico che sta attraversando una durissima crisi. Sappiamo che la coperta è corta - ha proseguito - ma non possiamo dimenticare che il ricorso allo strumento della cassa integrazione in deroga da parte dei dipendenti degli studi professionali ha inciso per poco più dell'uno per cento delle ore totali. Ci auguriamo che il governo e i ministeri competenti tengano conto del parere del Parlamento e della Conferenza Stato-Regioni che ha già espresso preoccupazione per l'esclusione dei datori di lavoro laddove all'art. 2082 del codice civile venisse data un'applicazione troppo restrittiva. Noi andremo avanti affinché il governo confermi l'importanza di tale strumento per i nostri dipendenti nell'attuale contesto economico", ha concluso il presidente di Confprofessioni.

IL LAVORO NEGLI STUDI PROFESSIONALI (doc. a cura di Confprofessioni)