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Qualità latte: 38 rinvii a giudizio, udienza a novembre

Qualità latte: 38 rinvii a giudizio, udienza a novembre
"Procedura anomala" per ottenere fondi europei. L’udienza preliminare davanti al Gup di Brescia si terrà il 27 novembre.


Per i 38 indagati, nel registro dal maggio 2018, il sostituto procuratore di Brescia Ambrogio Cassiani ha chiesto il rinvio a giudizio. Sono il direttore del laboratorio di produzione primaria dell'istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia (Centro di referenza nazionale per la qualità del latte bovino) e 37 allevatori lombardi.

Per l'accusa  avrebbero «indebitamente» percepito il premio qualità del latte, «con l’aggravante di aver commesso il fatto per ottenere da Regione Lombardia i contributi finanziati dall’Unione Europea» e «in violazione dei doveri inerenti la qualità di dipendente di un ente sanitario di diritto pubblico».

All'origine dell’inchiesta vi è una segnalazione degli ispettori regionali che, due anni fa riscontrarono una serie di "anomalie nella refertazione" durante un sopralluogo all’Istituto. Gli ispettori- secondo quanto riportato dalla stampa locale- definirono «evidente» il fatto che il laboratorio avesse «falsato» il riconoscimento dei requisiti necessari affinché agli allevatori venisse pagato il contributo-qualità del latte esaminato (livelli di carica batterica, proteine e cellule somatiche). "Ci sono anomalie nella refertazione per il pagamento del latte di qualità" stabilirono gli ispettori regionali.

Si calcolano 180 mila euro, erogati tra il 2015 e il 2016, ottenuti attraverso rapporti di prova, conferiti senza rispettare le procedure e riportanti  come «inizio» e «fine» analisi non la data reale, ma quella indicata dal caseificio conferente.

I prelievi da controllare non provenivano da addetti esterni come prevede la legge, ma dagli stessi allevatori. A seguito della conformità delle analisi «in autocontrollo» (e non da almeno due prelievi mensili casuali condotti da terzi) i produttori avrebbero chiesto e ottenuto «la conversione di questi risultati in analisi "routine", utili a conseguire i contributi, "attestando falsamente uno scopo diverso del campionamento e certificando il conferimento come avvenuto in modalità differente» da quella reale. "In palese contrasto con le normative".