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PSICOLOGIA E MANAGEMENT

Eutanasia veterinaria, evitare il 'moral stress' è possibile

Eutanasia veterinaria, evitare il 'moral stress' è possibile
Veterinari e staff possono andare incontro a livelli significativi di dolore e di angoscia dopo la 'buona morte'. E' normale, ma non inevitabile.
E' la conclusione di una ricerca della psicologa Dianne Gardner che ha esplorato le reazioni di medici veterinari e addetti di rifugi di animali. Preso atto della vasta gamma di reazioni psicologiche all'eutanasia in veterinaria - attestate in letteratura, compresi rabbia e senso di colpa-, Gardner ha inteso analizzare come possano essere controllate e addirittura evitate.
Il cosiddetto moral stress infatti non si verifica sempre;  in alcune circostanze e in alcuni individui, professionalmente coinvolti nell'infausto evento, il moral stress non ha il sopravvento. Anche la sua durata è variabile.

La conclusione dello studio è che la sofferenza e lo stress rappresentano reazioni 'normali ma che è importante considerare che non sono inevitabili'. E' possibile mettere in campo strategie individuali per affrontare l'impatto della prestazione eutanasica in presenza di strumenti organizzativi, anche culturali, che fanno leva sulla consapevolezza del proprio ruolo professionale e della sua importanza. Per affrontare l'evento eutanasico sono di supporto strategie che sappiano focalizzare sul significato del loro compito e sull'equilibrio fra il peso del lavoro e il rapporto vita-lavoro.

Ci si arriva ponendo alla base dell'organizzazione l'esigenza di una efficace selezione dello staff, strategie di reclutamento, supervisione, tutoraggio, formazione e costante supporto.
Insomma, non tutti sono adatti al ruolo e non tutti vengono correttamente addestrati a comprendere il livello individuale di accettabilità dell'evento-eutanasia. "il distacco emotivo si può apprendere"- spiega Gardner che incoraggia a soffermarsi, ad esempio, che l'inevitabile prestazione è stata eseguita in modo appropriato. Al riguardo è stata sviluppata una vasta letteratura anche in campo umano, che non trascura l'importanza di avere buona cura di sè (es. riposo, hobbies, ecc.) per non accusare troppo il colpo.

Di eutanasia si deve parlare all'interno dello staff, discutendo apertamente delle proprie reazioni ed emozioni e permettendo eventuali espressioni rituali, di preghiera, o di memoria (affissione di foto di animali), purchè tutte queste opzioni siano valutate e approvate collegialmente, perchè nessuna è garanzia di riuscita. (fonte)

Managing grief associated with euthanasia