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VITELLI OVAIOLE E POLLI DA CARNE

Aggiornamenti al Piano Nazionale del Benessere Animale

Aggiornamenti al Piano Nazionale del Benessere Animale
La Direzione Generale della Sanità Animale ha inviato una circolare alle Regioni che aggiorna il Piano Nazionale del Benessere Animale del 2015.

Il Direttore Generale Silvio Borrello ha firmato un nota per gli Assessorati regionali alla Salute e all'Agricoltura che fornisce indicazioni, delucidazioni e orientamenti" in merito ad alcune specie d'allevamento: vitelli, galline ovaiole polli da carne. La nota fa seguito ai dati territoriali sui controlli ufficiali effettuati negli allevamenti per la verifica della corretta applicazione delle norme di protezione degli animali. I chiarimenti e gli aggiornamenti forniti tengono conto anche di informazioni ricevute dal Centro di referenza nazionale per il benessere animale.


Vitelli
- Il d.lgs 126/11 definisce il “vitello” come un “animale della specie bovina di età inferiore ai sei mesi” includendo in tale definizione tutti gli animali confinati per l’allevamento e l’ingrasso ed escludendo dal campo di applicazione della normativa le aziende con meno di sei vitelli e i vitelli mantenuti presso la madre ai fini dell’allattamento.
Nelle passate redazioni del PNBA, ci si è riferiti ai vitelli considerando solo la categoria dei “vitelli a carne bianca”. In realtà, la definizione di “vitello”, così come sopra esposta, è più ampia rispetto a quella considerata in precedenza.

Pertanto il Ministero della Salute ha invitato i destinatari della sua nota "a riportare tale categoria di animali alla definizione originale intesa dalla normativa sia per quanto riguarda l’organizzazione ed esecuzione dei controlli ufficiali, sia per la raccolta e l’invio dei dati della rendicontazione (decisione della Commissione 2006/778/CE). Nello specifico le Aziende USL devono compilare la check-list apposita fornita con il PNBA 2014 (nota DGSAF prot. n. 13321 del 24/06/2014) ogni qual volta, entrati in un’azienda in cui si allevano bovini, si riscontri la presenza di animali che rientrano nel campo di applicazione del d.lgs 126/11 (quindi non solo per gli allevamenti a “carne bianca”). Tuttavia, tenendo conto che i “vitelli a carne bianca” sono una categoria di animali particolarmente a rischio di scarso benessere resta ferma la necessità di programmare i controlli dando assoluta priorità a questa categoria di animali.

Il Ministero allega lo schema della “programmazione minima dei controlli su base annuale” già proposta nel PNBA 2010 (nota DGSA prot. n. 13029 del 13/07/2010), corretto in base a quanto sopra esposto e quindi dove la precedente definizione di “vitelli a carne bianca” è stata sostituita dalla definizione strettamente normativa di “vitelli”. Rimangono immutate le percentuali di controlli da effettuare.

Galline Ovaiole - In relazione alle galline ovaiole e in particolare alla rendicontazione annuale fatta in base alla decisione 2006/778/CE dalle Regioni e Province autonome, la nota ministeriale specifica che "questa deve essere effettuata secondo le definizioni contenute nella suddetta decisione. In particolare, rispetto ai controlli effettuati negli allevamenti di galline ovaiole si precisa che la tabella I presente nell’allegato IV della Dec 2006/778/CE, riporta le definizioni di “allevamenti all’aperto”, “allevamenti in voliera”, “gabbie modificate” e “gabbie non modificate” (di cui non si terrà conto in quanto vietate e non più in uso nel Paese)".

Il Ministero sottolinea pertanto "che gli “allevamenti biologici” devono essere classificati non come una categoria a parte ma inseriti in una delle suddette categorie in base alle caratteristiche strutturali dell’allevamento.

Polli da carne- Nel PNBA 2013 (nota prot n. 15281 del 01/08/2013) sono state fornite, tra l’altro, indicazioni in merito alla corretta applicazione della normativa al fine di armonizzare il settore. Una delle informazioni riportate in tale PNBA nel capitolo “Formazione ed orientamento per il personale che si occupa di polli” riguarda la necessità che a seguito del rilascio di certificati di formazione agli allevatori da parte delle ASL (in base al D.M. 4 febbraio 2013, art. 3, comma 6), queste devono anche inviare la lista dei certificati rilasciati al Centro di Referenza Nazionale per il Benessere Animale che costituirà un elenco unico nazionale.
Da quanto evidenziato dal CReNBA, il suddetto invio sembra essere oggi parzialmente soddisfatto e, pertanto, si sollecita l’inoltro celere dei certificati di cui sopra per poter aggiornare l’elenco nazionale degli allevatori formati.

pdfNOTA_DEL_MINISTERO_DELLA_SALUTE_SUL_PIANO_BENESSERE_ANIMALE_2015.pdf24.21 KB

pdfALLEGATO_PROGRAMMAZIONE_MINIMA_CONTROLLI.pdf53.78 KB

Il benessere animale nel Piano Nazionale Integrato 2015-2018