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SIGLATO ACCORDO

Dopo la ricerca, affido 'animalista' per i macachi di Modena

Dopo la ricerca, affido 'animalista' per i macachi di Modena
Sancito un accordo tra l'Università di Modena e Reggio Emilia e il Comune di Modena sui 16 macachi ospitati presso lo Stabulario del Policlinico e utilizzati a fini scientifici.

Dopo lunghi mesi di polemiche, appelli, battaglie dei comitati e perfino diverse interrogazioni in Parlamento, si è deciso il destino degli esemplari sottoposti ai test dei ricercatori scientifici Unimore. Il protocollo prevede infatti che gli animali vengano ceduti ad associazioni specializzate che se ne prenderanno cura per il resto della loro vita.

La firma definitiva sul documento è stata apposta ieri in Municipio dal rettore Angelo O. Andrisano e dall'assessore comunale all'Ambiente Giulio Guerzoni; presente anche il preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia Giovanni Pellacani. Alla base dell'accordo non vi è un gesto "rivoluzionario" o spiccatamente "animalista" dell'università: i macachi vengono ceduti perchè gli esperimenti programmati sono terminati, così come da accordi con il Ministero che ha costantemente monitorato le richieste dei test da parte dei ricercatori modenesi.

Sarà una commissione nominata dal rettore di Unimore ad individuare, entro il 30 settembre, una nuova "casa" per i macachi. La commissione, composta da un veterinario e un docente dell'Università (quest'ultimo in qualità di presidente) e da un rappresentante del Comune avrà il compito di individuare una proposta di accoglienza e affidamento dei macachi tra più associazioni, pubbliche o private, riconosciute dal ministero della Salute, associazioni no profit o organismi di diritto pubblico che, totalmente a loro spese e con loro mezzi, possano garantire il benessere e la salute degli animali e l'idoneità della loro futura collocazione.

La scelta dell'Ateneo di cedere a titolo gratuito i 16 macachi, che sono perfettamente sani, consegue alla decisione autonoma del gruppo di ricerca dell'Ateneo di terminare entro la fine di aprile i test sui macachi, proseguendo esclusivamente con l'unico esemplare, attualmente già inserito in modo irreversibile nella sperimentazione, lo studio in corso per comprendere se il sistema fronto-cerebellare contribuisce ai processi di orientamento. (fonte)

In passato l'Ateneo, era stato chiaro: Il professor Paolo Frigio Nichelli, preside di Medicina aveva infatti dichiarato: "Non possiamo ancora fare a meno della ricerca sugli animali. Applichiamo tutte le leggi in campo per assicurare e migliorare il benessere degli animali. Spiace essere raffigurati come assassini. Gli interventi si svolgono tutti in anestesia, come per l'uomo. Le associazioni, anziché combattere in modo vago la vivisezione, che non esiste, potrebbero stanziare risorse per promuovere la ricerca di metodi alternativi" .

In seguito, era intervenuto anche Giuseppe Biagini, vicedirettore del Centro servizi stabulario interdipartimentale: "Abbiamo anche un laboratorio di colture cellulari centralizzato, ma ci sono stati casi in cui non avremmo potuto ottenere informazioni fondamentali da esperimenti "in vitro". Per i campioni umani servono almeno sessanta individui, mentre per gli animali da otto a quindici, e il reclutamento umano ha tempi più lunghi. Il margine d'insicurezza per gli uomini è ampio, ma negli animali si può ridurre".