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IMPOVERIMENTO DEI PROFESSIONISTI

Reddito veterinario vicino alla soglia Istat di povertà

Reddito veterinario vicino alla soglia Istat di povertà
I professionisti non sono mai stati affiancati alla parola "povertà", almeno fino ad oggi. Gli iscritti agli ordini sono aumentati ma il lavoro è diminuito e la concorrenza si è fatta molto dura. Sulla base dei più recenti dati ISTAT, Federica Micardi del Sole 24 Ore passa in rassegna le professioni che dichiarano un reddito lordo che si avvicina alla soglia di povertà. Secondo l'ISTAT questa soglia è di 985 euro al mese.

I veterinari nel 2012 hanno dichiarato un reddito medio di 14.600 euro, in aumento del 6% rispetto all'anno precedente. A svolgere questa professione nel 2012 erano 27.424, in crescita dell'1,8% rispetto al 2011 e del 9,47% rispetto al 2007. Scendiamo sotto la soglia di povertà se consideriamo solo il reddito medio degli under 40, che nel 2012 è stato di 10.2016 euro, in calo di 200 euro rispetto a sette anni prima. Unica nota positiva, quella dei veterinari è l'unica professione che rispetto al 2007 ha registrato un aumento, seppur marginale ( +1,78%) del reddito medio.

Per gli agronomi e forestali il reddito medio lordo dichiarato nel 2012 è stato pari a 24.613 euro in aumento rispetto al 2011 (24.026 euro).
I geometri nel 2012 hanno dichiarato un reddito medio lordo di 18.826 euro, in calo del 5% rispetto all'anno precedente e del 10% rispetto al 2007.
Gli psicologi sono una professione che si può definire a rischio povertà. Il reddito medio dichiarato nel 2012, e rimasto pressoché invariato nell'anno.
Il reddito medio dichiarato dagli architetti nel 2013 è pari a 17.063 euro.

Povertà relativa e assoluta- L'ISTAT stima l'incidenza della povertà relativa calcolandola sulla base di una soglia convenzionale (linea di povertà) che individua il valore di spesa per consumi al di sotto del quale una famiglia viene definita povera in termini relativi. La soglia di povertà relativa è calcolata sulla base della spesa familiare rilevata dall'indagine annuale sui consumi. La spesa media mensile per persona rappresenta la soglia di povertà per una famiglia di due componenti. Le famiglie composte da due persone che hanno una spesa media mensile pari o inferiore al valore, definito annualmente, vengono quindi classificate come povere. L'ISTAT calcola anche la soglia di povertà assoluta cioè il valore monetario, a prezzi correnti, del paniere di beni e servizi considerati essenziali per ciascuna famiglia, definita in base all'età dei componenti, alla ripartizione geografica e alla tipologia del comune di residenza. Una famiglia è assolutamente povera se sostiene una spesa mensile per consumi pari o inferiore a tale valore monetario (calcolo).

Meno istruzione più povertà- In base all'ultimo Rapporto Istat sulla povertà in Italia, la diffusione della povertà tra le famiglie con a capo un operaio o assimilato (17,9%) è decisamente superiore a quella osservata tra le famiglie di lavoratori autonomi (10,5%) e, in particolare, di imprenditori e liberi professionisti (5,8%). I dati confermano la forte associazione tra povertà, bassi livelli d'istruzione, bassi profili professionali (working poor) ed esclusione dal mercato del lavoro.

Il Fisco può fare accertamenti- I redditi sotto la soglia di povertà non mettono tuttavia al riparo dall'accertamento induttivo, che è perfettamente legittimo secondo una recente pronuncia di Cassazione: l'Amministrazione finanziaria è autorizzata a presumere che il contribuente abbia, in realtà, prodotto più redditi di quelli dichiarati e a recuperare, in via induttiva, le relative imposte.