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EMBARGO RUSSO

Export substitution per carni, pesce e latticini italiani

Export substitution per carni, pesce e latticini italiani
L'Unione Europea e il Governo italiano stanno affinando una serie di misure di supporto atte a compensare l'effetto delle sanzioni in vigore nel mercato russo.

"E' forte la preoccupazione dell'Unione europea e degli Stati Uniti rispetto ai possibili effetti sostitutivi (backfilling), che vedrebbero Paesi terzi acquisire quote di mercato russo lasciate libere da Unione europea ed USA, in ragione delle sanzioni"- Il Viceministro allo Sviluppo Economico, Carlo Calenda, è intervenuto alla Camera, aggiornando sull'effetto delle sanzioni commerciali ritorsive poste in essere da parte russa, che riguardano parti importanti del nostro export: carni fresche e lavorate, pesce, ortofrutta e latticini. Un decreto del Governo russo del 20 agosto ha introdotto una parziale modifica al divieto di importazione con l'esclusione dei prodotti senza lattosio, il che potrebbe favorire alcuni formaggi stagionati italiani. Inoltre, in risposta all'inasprimento delle sanzioni deciso dall'UE ed entrato in vigore da pochi giorni, si ipotizza che la Russia possa adottare ulteriori misure contro le esportazioni europee nel settore auto e tessile-moda.


Una perdita da 250 milioni di euro- Prima di indicare le contromisure per  fronteggiare le previste perdite di flussi di export verso il mercato russo, Calenda ha dettagliato la rilevanza degli interessi commerciali nostrani: "l'export italiano nel settore agroalimentare - ha detto- è stato di 1,1 miliardi di euro nel 2013, di cui un quinto, 221 milioni di euro, riguarda prodotti soggetti alle sanzioni. Allo stato attuale, l'Ufficio ICE di Mosca stima in circa 100 milioni di euro la perdita in valore per il 2014, mentre, per il 2015, la perdita potrebbe raggiungere i 250 milioni di euro se la durata delle sanzioni si estenderà alla fine del 2015".

Contromisure- L'Unione Europea e il Governo italiano stanno affinando una serie di misure di supporto atte a compensare l'effetto delle sanzioni in vigore nel mercato russo. In dettaglio, il Ministero delle politiche agricole e forestali ha già adottato alcune misure a sostegno dei comparti maggiormente colpiti dalla crisi. "La riforma della PAC, in questo contesto- ha spiegato Calenda-  ha dimostrato di avere gli strumenti necessari a fronteggiare la crisi, anche se potrebbe essere opportuno avviare una riflessione sulla necessità di rafforzare maggiormente le stesse misure". Inoltre, "nel settore lattiero-caseario, si è riusciti ad ottenere l'apertura allo stoccaggio privato di formaggi, burro e latte in polvere, penalizzati dall'embargo in Russia".

Si guarda agli USA- Tra gli strumenti che verranno ulteriormente potenziati per compensare l'effetto delle ritorsioni commerciali russe, ricoprono un ruolo strategico le iniziative promozionali su altri mercati, come delineate dal piano straordinario per il made in Italy. "In particolare, il mercato degli Stati Uniti può rappresentare un'importante alternativa, come dimostrano i più recenti dati commerciali. In altre parole, al rischio di import substitution bisogna rispondere con una strategia di export substitution"- ha detto Calenda.

Il 30% dei fondi per la promozione del made in Italy- Nel primo semestre 2014, le esportazioni italiane verso gli Stati Uniti sono cresciute del 7,8 per cento rispetto al primo semestre del 2013, ed a giugno l'aumento è stato del 15,6 per cento rispetto a maggio.  La dinamica è destinata ad un ulteriore rafforzamento "e per questo va cavalcata". Si tratta - ha detto Calenda- del maggior potenziale in assoluto al mondo per le merci italiane. In tale direzione, per il settore agroalimentare, il Ministero dello sviluppo economico ha previsto azioni verso la grande distribuzione organizzata negli USA attraverso accordi per inserire a scaffale un numero maggiore di prodotti italiani, soprattutto marchi di qualità appartenenti ad aziende di piccole dimensioni che non hanno la forza per imporsi su un mercato complesso ed evoluto come quello americano. A tal fine, prevediamo il rafforzamento della nostra base geografica, incrementando la presenza dei prodotti italiani nelle aree meno coperte, tra cui il Texas e la costa del Pacifico; il miglioramento e la stabilizzazione della presenza dei prodotti italiani nella grande distribuzione e nelle piattaforme di e-commerce; l'educazione e la formazione dei consumatori alla comprensione del valore del made in Italy rispetto a prodotti che surrettiziamente si richiamano all'Italia, dando luogo nel settore alimentare al noto problema dell'Italian sounding. "E voglio sottolineare - ha concluso il Vice Ministro- che questo piano per il settore agroalimentare in USA mobiliterà circa il 30 per cento del totale di tutti i fondi per la promozione del made in Italy".