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DIRETTIVA UCCELLI

Richiami vivi: 'massima attenzione' per evitare sanzioni UE

Richiami vivi: 'massima attenzione' per evitare sanzioni UE
Sui richiami vivi c'è la 'massima attenzione' del Ministero dell'ambiente per arrivare "quanto prima alla chiusura della procedura d'infrazione".

Il Sottosegretario Silvia Velo ha spiegato alla Camera le iniziative che il Governo intende adottare per affrontare il problema dei richiami vivi. Rispondendo ad una interrogazione dell'On Alessio Tacconi, Velo ha assicurato la "massima attenzione" per risolvere il precontenzioso scaturito dalla procedura di messa in mora ed evitare le conseguenti sanzioni. Il 20 febbraio di quest'anno, la Commissione ha infatti obiettato all'Italia la violazione della direttiva n. 2009/147/CE (Conservazione degli uccelli selvatici – Direttiva Uccelli). Nella lettera di messa in mora la Commissione europea chiede che lo Stato italiano sia garante, attraverso stringenti controlli, che la normativa europea sia pienamente rispettata.

La cattura dei richiami vivi con le reti è illegittima e "i passi finora fatti dal Governo italiano non sono sufficienti"- ha osservato l'On Tacconi, secondo il quale "il decreto-legge n. 91 del 2014, nel testo presentato dal Governo, sembrava andare nella giusta direzione, con il divieto esplicito di catturare gli uccelli selvatici ai fini di richiamo, pur mantenendo aperta la possibilità di derogare a tale divieto ai sensi dell'articolo 19-bis della legge n. 157 del 1992, ma il testo poi approvato al Senato e convertito in legge è molto meno vincolante, con il solo riferimento generico alla possibilità di deroga e il rimando ad un futuribile decreto del Presidente del Consiglio, da applicarsi entro un anno, che regolerebbe la materia". Secondo l'interrogante , nella pratica, " le  regioni continueranno a derogare in barba alla direttiva comunitaria (detta direttiva uccelli) e si continuerà a catturare richiami vivi, come dimostrano le delibere recenti di varie Regioni".

In sede di risposta, il Sottosegretario Velo ha dichiarato di non condividere l'affermazione che le modifiche apportate durante l'iter parlamentare di conversione abbiano reso meno vincolanti i divieti originariamente proposti. "È stato previsto, infatti- ha precisato-  che alla definizione dei necessari criteri, regole e condizioni si provveda con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, alle cui disposizioni le regioni dovranno adeguare la propria normativa".

La Conferenza  Stato-Regioni dovrà formulare la relativa proposta di regolamentazione, ha aggiunto la rappresentante del Governo, e "in tale occasione, potranno essere affrontate, con il giusto grado di approfondimento, tutte le problematiche e le implicazioni, anche di carattere adeguativo, da parte delle regioni".

L'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA)- al quale sono state trasferite le funzioni già istituzionalmente attribuite al soppresso Istituto nazionale per la fauna selvatica- "potrà in tale sede ribadire e adeguatamente motivare le determinazioni già espresse sul punto".

Infine, il Sottosegretario Velo ha affermato che  in sede di conversione in legge " è stato definito un preciso limite normativo" (lettera a) del comma 1-bis dell'articolo 16 del decreto-legge n. 91 del 2014)  il quale dispone, letteralmente, che i mezzi e gli impianti di cattura dei cosiddetti richiami vivi "siano conformi a quelli utilizzati in altri Paesi dell'Unione europea e non proibiti dall'allegato IV della direttiva 2009/147/CE".

 

 

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