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DAL 1 APRILE 2015

Olivero: ecco quando si potrà scrivere 'allevato in Italia'

Olivero: ecco quando si potrà scrivere 'allevato in Italia'
Il Viceministro al Mipaaf, Olivero ha risposto in Aula a 4 interrogazioni che chiedevano iniziative per intensificare i controlli sull'origine e sulla lavorazione delle carni suine e su tutta la filiera agroalimentare italiana.

Nel suo intervento, il rappresentante del Governo ha illustrato il regolamento europeo 1337/2013 che si applicherà dal 1 aprile 2015. Il provvedimento- oltre a concedere di integrare, su base volontaria  le informazioni sull'origine con ulteriori informazioni relative alla provenienza della carne (tra cui, un livello geografico più dettagliato), consente di utilizzare il termine «origine» solo nel caso di animali nati, allevati e macellati nello stesso Paese.

Il provvedimento "dispone che l'indicazione del luogo di provenienza delle carni avvenga nel seguente modo: per tutte le specie l'indicazione «origine Italia» può essere utilizzata solo se l'animale è nato, allevato e macellato in Italia". Nel dettaglio:
-per gli ovini e i caprini: l'indicazione «allevato in Italia» può essere utilizzata solo se l'animale ha trascorso almeno gli ultimi 6 mesi in Italia ovvero viene macellato sotto i 6 mesi ed ha trascorso l'intero periodo di allevamento in Italia.
-per il pollame: l'indicazione «allevato in Italia» può essere utilizzata solo se l'animale ha trascorso almeno l'ultimo mese in Italia, ovvero viene macellato sotto un mese di età ed ha trascorso l'intero periodo di ingrasso in Italia.
-per i suini: l'indicazione «allevato in Italia» può essere utilizzata solo se l'animale viene macellato sopra i 6 mesi ed ha trascorso almeno gli ultimi 4 mesi in Italia; se è entrato in Italia ad un peso inferiore ai 30 kg e macellato ad un peso superiore ai 80 kg e, infine, se l'animale viene macellato ad un peso inferiore agli 80 kg ed ha trascorso l'intero periodo di allevamento in Italia.

Il Viceministro Olivero che ha anche  ricordato che, a livello nazionale, oltre il 70 per cento dell'intera produzione suinicola italiana già produce carne nel rispetto delle disposizioni dei disciplinari delle denominazioni di origine protetta (DOP) e delle indicazioni geografiche protette (IGP). Peraltro, ha aggiunto, " gli allevatori e i macelli aderenti ai circuiti delle produzioni DOP ed IGP sono controllati da istituti, pubblici o privati, designati dal Ministero, che monitorano la certificazione dei capi suini destinati alla trasformazione in prodotti DOP e IGP, le movimentazioni degli animali verso altri allevamenti e/o macelli, nonché le fasi di macellazione, trasformazione ed eventuale confezionamento; il il circuito di questi prodotti di qualità include un insieme di operatori iscritti ad un sistema organizzato e controllato della produzione. In pratica, la provenienza della materia prima utilizzata viene tracciata seguendo il seguente percorso: allevamento in cui è nato il suino; allevamento che lo ha avviato al macello; macello; laboratorio di sezionamento e trasformazione".

Nel dettaglio- ha proseguito Olivero- "l'allevamento di nascita appone sulla coscia dell'animale (entro il trentesimo giorno di vita) un timbro indelebile (tatuaggio) recante il proprio codice e il mese di nascita dell'animale. Successivamente, l'allevamento da cui i suini partono per il macello certifica, tramite la certificazione unificata di conformità (CUC), gli animali della partita avviata alla macellazione, indicando i tatuaggi relativi all'allevamento di nascita dei suini, della partita, nonché il tipo genetico prevalente. Detta certificazione è accompagnata da eventuali certificati relativi agli spostamenti dei suini in allevamenti diversi da quello di nascita. Il macello, tramite timbro indelebile impresso sulla cotenna, appone poi il proprio codice di identificazione su ogni coscia, dopo aver accertato i requisiti previsti dal disciplinare di produzione. Lo stagionatore, infine, identifica e registra l'inizio del processo di stagionatura. Nel caso dei prosciutti DOP di Parma e di San Daniele viene apposto sulle cosce un sigillo metallico prenumerato.

"Presso gli stabilimenti di macellazione e lavorazione delle carni suine vengono garantiti i controlli ufficiali dei servizi veterinari delle ASL che, nella verifica dell'applicazione dei regolamenti europei afferenti al Pacchetto igiene, esaminano anche gli aspetti relativi alla rintracciabilità dei prodotti. In ogni caso- ha aggiunto-  è certo che la sicurezza e la qualità degli alimenti possono essere maggiormente garantite attraverso un elevato livello di collaborazione e coordinamento tra le diverse amministrazioni. Tale principio è ben consolidato e su di esso si fonda la normativa europea vigente in materia. In particolare, il regolamento n. 882 del 2004 prevede che ciascun Paese membro predisponga un piano di controllo nazionale che assicuri un approccio multidisciplinare per la pianificazione, lo svolgimento e la rendicontazione dei controlli ufficiali".

A tal fine- ha proseguito il rappresentante del Governo- "il Ministero della salute è il punto di raccordo nazionale per il piano nazionale integrato": sia il piano nazionale integrato 2011-2014 che le relazioni annuali sono pubblicati sul portale del Ministero della salute. Nella sua risposta, Olivero ha anche ricordato che "presso il Ministero della sanità è istituito l'elenco pubblico delle ditte commerciali e dei produttori che abbiano riportato condanne con sentenza passata in giudicato per reati di frode e di sofisticazione alimentare. Il Ministro della sanità ne cura annualmente la pubblicazione, con riferimento alle condanne intervenute nell'anno precedente, nella Gazzetta Ufficiale e in almeno due quotidiani a diffusione nazionale".

Olivero ha concluso che "la conoscenza dell'origine degli alimenti rappresenta un fattore di cruciale importanza sia ai fini della prevenzione delle frodi" e che "il criterio attualmente adottato dal Codice doganale comunitario per la definizione di «origine» (ossia quello del Paese in cui è avvenuta l'ultima trasformazione o lavorazione sostanziale) lascia, di fatto, un ampio margine di indeterminatezza e, quindi, non ci lascia tranquilli".
pdfREG_DI_ESECUZIONE_UE_1337__2013.pdf728.73 KB

Il testo dell'interrogazione Cova
Il testo dell'interrogazione Mongiello
Il testo dell'interrogazione Realacci
Il testo dell'interrogazione Terzoni