• Utenti 10
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 30964
PARLA LA VIROLOGA

Ilaria Capua querela l'Espresso. Attestati di solidarietà

Ilaria Capua querela l'Espresso. Attestati di solidarietà
"Mi ritengo gravemente offesa dalle notizie palesemente diffamatorie divulgate sull'ultimo numero dell'Espresso sui "trafficanti di virus".
"La storia della mia vita professionale dimostra che ho costantemente combattuto le epidemie con grandissima dedizione ed innegabile impegno morale. Ricordo che la mia professionalità e i risultati scientifici delle ricerche che ho condotto sono riconosciuti sia in Italia che all'Estero. Attraverso l'ignobile mistificazione posta in essere dal settimanale si è, quindi, inteso colpire il mio ruolo di ricercatrice, screditandomi agli occhi del pubblico, facendosi – peraltro – leva su accuse manifestamente infondate. Per questo ho immediatamente dato mandato ai miei Legali affinché procedano penalmente contro gli autori di tale volgare manipolazione".

Sul Corriere del Veneto spiega: «Tra il 1999 ed il 2004 il nord Italia è stato colpito da epidemie successive di influenza aviaria nel pollame non causati dal ceppo H5N1 (quello che lei era riuscita ad isolare, ndr) – sostiene la Capua -. Gli effetti sono stati devastanti sul patrimonio avicolo nazionale. L'Istituto Zooprofilattico è il laboratorio di referenza nazionale per questa malattia. Per far fronte all'epidemia si è sviluppata una strategia di vaccinazione che è stata autorizzata dal Ministero della Salute e dalla Commissione Europea. Grazie a questo – continua – siamo riusciti a debellare il virus, l'altra strada sarebbe stata l'abbattimento di milioni di animali». Per poi precisare che «i vaccini sono stati sviluppati con ceppi virali isolati dall'Istituto e forniti in maniera ufficiale alle aziende farmaceutiche. E io non ho mai percepito alcun compenso per aver isolato e caratterizzato i ceppi virali: la proprietà è dell'Istituto».

"Sono sconvolta, c'è un tentativo di screditarmi per fatti di 10 anni fa – ha detto la Capua, sensibilmente scossa -, mi sembra strano che alla vigilia delle europee esca fuori questa storia. Che qualcuno voglia farmi del male è ovvio. La documentazione è tutta presso l'istituto e io mi difenderò perché sono assolutamente serena. Dimissioni? Ma perché?».

A dar man forte all'immagine della ricercatrice, è il senatore Gianpiero Della Zuanna, padovano e suo collega di Sc: «Conosco Ilaria da molto tempo come ricercatrice – commenta - e da un anno e più come politica: mi pare tutto inverosimile, anche se è giusto che la magistratura faccia il proprio lavoro. Mi sembrerebbe insensato da parte sua fare quanto le contestano, dopo che ha scelto di non brevettare la scoperta dell'H5N1, da cui avrebbe avuto ricchezza. Mi auguro che la magistratura abbia fatto il suo non solo per apparire».

Le indagini, nate da un'inchiesta americana, sono state condotte dalla procura di Roma e dai Nas della Capitale e coinvolgono quaranta indagati. Il sospetto degli uomini dell'Arma è che ci sia un business delle epidemie dettato da una cinica strategia commerciale: amplificando il pericolo di diffusione e i rischi per l'uomo, si spingono le autorità sanitarie ad adottare provvedimenti d'urgenza, che si trasformano in un affare da centinaia di milioni di euro per le industrie. A questo sarebbe dovuta, ipotizzano procura e Nas, la diffusione dell'influenza tra il pollame del Nord Italia. Nelle pagine dell'inchiesta vengono ricostruiti i retroscena sullo sfruttamento dell'allarme per l'aviaria nel nostro Paese, che nel 2005 spinse il governo Berlusconi ad acquistare farmaci per 50 milioni di euro, rimasti inutilizzati. (fonte: Il Corriere del Veneto)