CONFPROFESSIONI

Braccio di ferro per assicurare i fondi europei ai veterinari

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Braccio di ferro per assicurare i fondi europei ai veterinari
ANMVI al convegno di Confprofessioni: la UE riconosce ai professionisti l'accesso ai finanziamenti, l'Italia si adegui.

Tutti riconoscono pubblicamente il ruolo della professione nel sostegno alla società ed all'economia del Paese. "Peccato, però - commenta ANMVI- che non si riesca a fare dei fondi europei destinati alla piccola e media impresa un effettivo contributo al ruolo del professionista. Tutto ciò perché in Italia (ma anche all'estero la situazione non è molto diversa) a questa figura, singola o associata, non è riconosciuto il ruolo di "impresa".

Questo il succo del Convegno di Napoli- promosso da Confprofessioni, nell'ambito delle manifestazioni organizzate durante il semestre europeo di presidenza italiana - dedicato ai fondi strutturali europei. Il tema tiene banco nell'agenda parlamentare e negli uffici dell'Esecutivo: nodo del contendere la condizione giuridica dei professionisti che, in Europa sono assimilabili alle imprese e quindi beneficiari di finanziamenti comunitari, mentre in l'Italia una legislazione confusa e contradditoria sbarra loro l'accesso a risorse fondamentali per il rilancio e lo sviluppo economico-occupazionale.

I parlamentari intervenuti a Napoli (Giorgio Santini, Ignazio Albignani e Walter Rizzetto, attivi in commissioni parlamentari che hanno in agenda questo tema) hanno promesso di mettere mano alla norma, a partire dalla prossima legge finanziaria. Si tratta di inserire una norma che riconosca le professioni come impresa ai fini dell'erogazione dei fondi.   Il Presidente di Confprofessioni (Gaetano Stella) teme che le linee guida di Bruxelles possano essere disattese in Italia. Il Sottosegretario Delrio assicura che le criticità che hanno caratterizzato la gestione dei finanziamenti sono in via di superamento.

Una occasione irripetibile- La manifestazione-  alla quale ANMVI  non ha fatto mancare sostegno e presenze- sta raccogliendo una folta rappresentanza politica e attenzione della stampa. La Direzione Impresa della UE ha varato un  piano di azione in quattro punti, presentato alla platea napoletana da Marko Curavich, Capo Unità Imprenditorialità della Dg europea, indicando nell'accesso al credito e nella formazione i cardini dello sviluppo delle professioni. "Il Piano d'azione per sostenere le libere professioni - ha detto Stella- è l'ultimo atto di Bruxelles per modernizzare il quadro normativo europeo sulle professioni. Si tratta di un lungo processo che abbraccia la direttiva servizi e il diritto comunitario sulla concorrenza, fino riconoscimento delle qualifiche professionali. Quest'ultima direttiva è l'asso nella manica di Bruxelles e rappresenta una delle dodici priorità del Single Market Act (Atto per il mercato unico). Dopo l'entrata in vigore della Direttiva 2013/55/UE del 17 gennaio 2014 che modifica la Direttiva sulle qualifiche professionali, gli stati membri hanno tempo fino a gennaio 2016 per recepire le nuove regole" ha concluso Stella: "Un'occasione irripetibile per rendere ancor più efficienti le professioni nel mercato unico".


Alla nostra categoria non andrà neppure un euro? ANMVI ha partecipato, portando la sua voce e descrivendo in particolare il ruolo del medico veterinario, che insieme ad altri professionisti del settore sanitario e tecnologico, rappresenta un consulente insostituibile del settore agroalimentare. Giancarlo Belluzzi, delegato ANMVI al Desk Europeo di Confprofessioni, ha ribadito che "molte delle discipline, private o pubbliche, dedite agli animali da reddito, alla trasformazione o al controllo dei prodotti, L'Europa investirà nei prossimi anni, in Horizon 2020 ed in COSME, due strumenti di sostegno alle economie dei paesi membri, 30 mila miliardi in 7 anni. La prima tranche ha destinato all'Italia, per una prima tornata di domande, quasi 30 milioni di euro".

"Serve quindi una mobilitazione vera, lobbistica, intelligente, coinvolgendo altri paesi, in grado di prendere contatto con le stanze dei bottoni, a Bruxelles prima ed a Roma poi, per far si che il professionista venga riconosciuto come un soggetto produttore di benessere, al pari di un'impresa"- è il contributo di ANMVI alla discussione-  l'Europa (cioè la Commissione) lo ha già riconosciuto, ma l'Italia, come altri stati membri poi, "fanno orecchie da mercante e ci tiene fuori dalla stanza dove si spartiscono i fondi strutturali. Fondi che, si badi bene, non sono un regalo degli euro burocrati al nostro paese ma sono denaro che abbiamo già versato con le nostre tasse, quindi sostanzialmente "soldi in rientro".

Bisogna essere pronti a questa sfida che, tradotta i termini pratici, significa compattarsi in gruppi o in studi o in società di consulenza professionali. Una volta creata questa condizione si potrà accedere ad una formazione seria, mirata, finanziata perché costosa ma si potrà anche pretendere un accesso di diritto al credito agevolato ed al mercato europeo aperto delle professioni. Secondo ANMVI, le conclusioni che si possono trarre dal convegno sono quindi un'azione di marcamento sulle modifiche normative ed una di preparazione ad un futuro che veda professionisti organizzati ad un nuovo modello sia di professione che di organizzazione interna.

Confprofessioni, su fondi europei più chiarezza da governo e Regioni