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MICROCHIP E ANAGRAFE

Accordo animali d'affezione, il Veneto avvia il recepimento

Accordo animali d'affezione, il Veneto avvia il recepimento
La Regione Veneto rompe il ghiaccio: avviato a Venezia il primo tavolo per il recepimento dell'Accordo Stato Regioni. Anagrafe degli animali d'affezione, microchip, ruolo del medico veterinario libero professionista.  Questa mattina, Michele Brichese, dirigente del Servizio Igiene, Nutrizione, Acque e Specie Animali, ha indetto una riunione sul recepimento dell'Accordo tra il Ministero, le Regioni e le Province Autonome per adeguare la gestione regionale delle anagrafi a criteri uniformi di identificazione e registrazione degli animali d'affezione.

Il Ministero della Salute  si prefigge di ovviare alla circostanza che le banche dati regionali non sono aggiornate e non riversano i dati all'anagrafe centrale, che - alla data dell'Intesa-  contava 6.243.891 cani, con l'imbarazzante avvertenza che le Regioni procedono "con differenti cadenze all'invio delle informazioni contenute nelle rispettive anagrafi territoriali".

Sull'Accordo è stata sancita l'Intesa il 4 febbraio scorso, imprimento una svolta nell'adozione per via legislativa di disposizioni in passato previste con ordinanze ministeriali a termine. Le Regioni hanno un anno di tempo per adeguarsi e il Veneto ha iniziato i lavori di recepimento.

Sul tavolo odierno, convocato nella sede veneziana della Regione, alcuni aspetti problematici evidenziati dai medici veterinari liberi professionisti, in particolare la previsione che il medico veterinario libero professionista debba segnalare ai Servizi Veterinari l'assenza di microchip (o illeggibilità dell'identificativo).
A parere dell'ANMVI- con il conforto dei propri uffici legali e di un pronunciamento ufficiale della FNOVI-  la condizione di "incaricato di pubblico servizio" non può comportare l'assunzione di un ruolo estraneo e confliggente con la natura privata e fiduciaria del rapporto civilistico fra professionista e cliente.
Ribadita da tutte le componenti del tavolo la necessità di assicurare la vendita del microchip esclusivamente a soggetti (enti pubblici e medici veterinari) autorizzati.  L'inoculazione del microchip è un atto medico veterinario che va protetto dagli abusi anche con un maggiore controllo sulla disponibilità di microchip.

All'incontro ha partecipato, in rappresentanza di ANMVI Veneto, il Collega Alberto Ansoldi.