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COMITATO PAFF

Fipronil, l'Italia chiede a Bruxelles misure armonizzate

Fipronil, l'Italia chiede a Bruxelles misure armonizzate
La contaminazione da Fipronil è all'ordine del giorno a Bruxelles. L'Italia si riserva l'adozione di misure nazionali. La filiera intanto rafforza l'autocontrollo.

Si riunisce oggi il Comitato PAFF (Standing Committee on Plants, Animals, Food and Feed). In vista della riunione odierna a Bruxelles, il Ministro Beatrice Lorenzin ha riunito le principali organizzazioni della filiera produttiva, alla presenza del  Ministero delle Politiche Agricole, per illustrare le azioni poste in essere dal Ministero della Salute.

Una nota ministeriale riferisce che è stato concordato di chiedere alla Commissione europea di "adottare proprie iniziative al fine di armonizzare gli interventi in corso nei diversi Stati Membri, riservandosi comunque l’adozione di ulteriori misure nazionali". Le Associazioni hanno manifestato il loro impegno a rafforzare l’autocontrollo mirato alla ricerca del contaminante, estendendolo a tutte le unità produttive degli associati. Nell'occasione sono state comunicate le ulteriori iniziative di controllo ufficiale negli allevamenti e che prevedono prelievi di campioni in 845 unità, "ricevendo apprezzamenti da parte di tutte le Associazioni presenti". La prosecuzione delle attività sulle fasi successive alla produzione primaria  sarà rimodulata sulla base degli esiti della prima serie di controlli eseguiti.

Le interlocuzioni fra le parti proseguiranno - riferisce il Ministero della Salute- anche alla luce di quanto sarà deciso in sede comunitaria.

Vertice UE - La Commissione Europea ha annunciato un vertice per il 26 settembre - una data che le autorità italiane valutano troppo lontana- ma che è stata decisa per permettere lo svolgimento delle indagini in corso nei vari Stati membri dell’Ue, e raccogliere così quante più informazioni fattuali dell’accaduto. Mina Andreeva, portavoce della Commissione europea, ha precisato che “non si tratta di una riunione di crisi”. L’incontro annunciato dall’esecutivo comunitario intende “capire quali lezioni trarre dall’accaduto per il futuro”.
Sono attualmente quindici gli Stati membri dell’Unione europea interessati dal problema. I principali sono Belgio, Francia, Germania e Paesi Bassi, gli Stati di provenienza delle uova incriminate e dove gli allevamenti di produzione sono stati chiusi a fini precauzionali. A questi si aggiungono Austria, Danimarca, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Polonia, Regno Unito, Romania, Slovacchia, Slovenia, Svezia e la Francia.

Sostanziale tenuta del comparto- Secondo l'italiana ASSOAVI il settore non ha subito contraccolpi tali da non poter rassicurare i consumatori. "Ad oggi abbiamo registrato una sostanziale tenuta dell'andamento dei consumi di uova. Anzi, ieri alla riapertura dei mercati si è registrato un aumento dei prezzi"- ha dichiarato all'ANSA Gian Luca Bagnara, presidente di Assoavi-Associazione nazionale allevatori e produttori Avicunicoli, tirando un bilancio sui consumi delle uova dopo l'allerta alimentare Fipronil.
Il direttore generale di Assoavi, Stefano Gagliardi, sottolinea che l'associazione "Capisce i timori dei consumatori ma grazie alla risposta immediata ed efficace delle autorità nazionali, ed all'intervento degli organismi di controllo, come il Ministero della Sanità, che hanno rassicurato sulla mancanza di pericoli per la salute dei consumatori e sulla sicurezza alimentare, il settore ha tenuto". "Ad ulteriore garanzia dei consumatori - conclude Gagliardi - evidenziamo che l'Associazione si è prontamente attivata con i propri associati per implementare un piano di autocontrollo straordinario a tutela del prodotto offerto e dei consumatori". (ANSA).