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MINISTERO DELLA SALUTE

TBE da zecche, primo Piano di sorveglianza nazionale

TBE da zecche, primo Piano di sorveglianza nazionale
Raccomandazioni per prevenire il morso della zecca nelle persone e negli animali. Sotto la lente la zecca Ixodes ricinus, la più diffusa in Europa.
Quest’anno per la prima volta, il Ministero della Salute ha emanato a livello nazionale un Piano di sorveglianza e risposta all’encefalite virale da zecche e altre arbovirosi e hantavirus non sottoposti a specifici piani di sorveglianza e risposta.
Il Piano si basa su due linee di intervento: sorveglianza dei casi umani e prevenzione che include sia la vaccinazione che la comunicazione del rischio. Gli obiettivi sono:
-individuare precocemente i casi umani per adeguare le misure di sanità pubblica (attività di prevenzione e risposta);
-garantire il trattamento corretto dei casi;
-prevenire e controllare eventuali focolai epidemici precocemente.
Nel Piano è prevista, inoltre, la segnalazione dei casi umani di alcuni arbovirus, fra cui il Virus Toscana trasmesso dai flebotomi, il Virus Crimea Congo Haemorragic Fever trasmesso dalle zecche, il Virus dell’Encefalite Giapponese e il Virus della Rift Valley Fever trasmessi dalle zanzare. e hantavirus trasmessi da roditori selvatici e domestici.

Il virus trasmesso dalle zecche infetta diversi animali, selvatici o domestici- speiga la circolare del Ministero della Salute che accompagna il Piano-  fra cui roditori, caprioli, ovini, caprini che contribuiscono al mantenimento del ciclo di trasmissione dell’infezione. I cani sono considerati altamente suscettibili all’infezione da virus della TBE (tick-borne encephalitis), anche se le manifestazioni cliniche sono rare. Tuttavia, quando si manifestano, le forme cliniche possono essere gravi e spesso fatali, caratterizzate da febbre, alterazioni del comportamento, paresi facciale, nistagmo, disfagia dovuta a interessamento talamico, cerebrocorticale e del tronco cerebrale.
La sieropositività in un cane indica che anche il proprietario molto probabilmente è stato esposto al rischio di infezione, inoltre è stato segnalato che è in aumento il numero di cani infetti da TBE provenienti da aree precedentemente non infette.
Gli uccelli, molto probabilmente, contribuiscono a trasportare passivamente zecche infette anche a notevole distanza durante le loro migrazioni.

La zecca Ixodes ricinus è la più diffusa in Europa e trasmette diversi agenti virali e batterici di grande importanza medica e veterinaria, tra i quali il virus della TBE.
L'habitat di I. ricinus si è notevolmente ampliato negli ultimi decenni: recentemente, la specie può essere trovata in aree più settentrionali dell’Europa e a quote più elevate di qualche decennio fa. È presente nei boschi decidui, nel sottobosco e sui bordi dei sentieri dove trova un microclima fresco e umido, in attesa del passaggio di un ospite (animale o persona).
Tuttavia, per effetto del cambiamento dell’uso del suolo (spazi verdi nelle città) e della gestione della fauna selvatica, le zecche sono presenti anche in siti urbani e peri-urbani in molti paesi europei.
I. ricinus di solito è attiva da marzo a ottobre se l'umidità relativa è superiore all'80% e con temperature tra 7 e 25 °C. Questa zecca può parassitare più di 237 specie di animali selvatici o domestici, che contribuiscono al mantenimento del ciclo di trasmissione dell’infezione da virus della TBE.

La TBE è considera un crescente problema di sanità pubblica in Italia, in Europa ed in altre parti del mondo ed a livello europeo è notificabile dal 2012. L’encefalite virale da zecche (tick-borne encephalitis - TBE) è una malattia infettiva virale che colpisce il sistema nervoso centrale e può causare sintomi neurologici prolungati e, in alcuni casi, la morte.
Le zecche, e in particolar modo Ixodes ricinus, possono trasmettere l’infezione, che si può contrarre più raramente anche per via alimentare, attraverso il consumo di latte e latticini non pastorizzati. 

Gli ultimi dati pubblicati dal Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie indicano che le aree endemiche sono in via di espansione. Nelle aree endemiche le persone che conducono attività all’esterno, sia per motivi ricreativi o occupazionali (pescatori, cacciatori, campeggiatori, persone che si dedicano alla raccolta di funghi e altri prodotti del sottobosco, forestali, allevatori, forze dell’ordine) sono considerate a maggior rischio di contrarre l’infezione attraverso il morso delle zecche.

In Italia la maggior parte dei casi si verifica fra aprile e ottobre, con un picco nei mesi di giugno e luglio, nondimeno sono stati riscontrati casi anche a dicembre e gennaio, sebbene in numero molto minore.

Il Piano è stato trasmesso agli Assessorati alla Sanità e per conoscenza anche agli Istituti Zooprofilattici Sperimentali.