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Dirigenza SSN: mobilitazione nazionale 'per legittima difesa'

Attualità
Dirigenza SSN: mobilitazione nazionale  'per legittima difesa'
Manifestazione nazionale a Roma. Assemblee in tutte le aziende sanitarie. I Sindacati: non escludiamo uno Sciopero nazionale entro il mese.

La preannunciata mobilitazione è una realtà.  I sindacati manifestano e convocano assemblee "per legittima difesa". Indetta per il 17 novembre una manifestazione nazionale davanti a Montecitorio a cui farnno seguito, il giorno seguente, assemblee in tutte le aziende sanitarie.

I Sindacati chiedono un contratto di lavoro che valorizzi l'attività e il ruolo della dirigenza medica sanitaria e veterinaria "a garanzia di servizi di qualità per i cittadini". Le sigle sindacali mobilitano le categorie "per la fine della precarietà e nuova occupazione", per "una civile e forte difesa" delle  professioni, della loro autonomia e dei loro legittimi interessi e "contro le fallimentari scelte politiche riguardanti il SSN ed i nostri destini professionali messe in atto dai Governi degli ultimi anni".

"Lo scampato pericolo di ulteriori tagli, o mancati incrementi, sul fronte del finanziamento di parte corrente del SSN per il 2017, è certo un dato positivo"- si legge in una lettera aperta rivolta ai dirigenti del SSS. Ma "l’entità delle risorse messe a disposizione del CCNL per il triennio 2016-2018 rimane, a dispetto delle dichiarazioni del Presidente del Consiglio, ancora simbolica".

Al Governo si rimprovera di essere "incapace di arrestare l’impoverimento e la dilagante demotivazione professionale e migliorare condizioni di lavoro incompatibili con livelli retributivi inchiodati al 2010".  La "demolizione" dei contratti precedenti, operata ogni anno dalle leggi finanziarie, "ha depauperato le risorse accessorie che nel 2016 sono inferiori a quelle pattuite nel 2010, mentre la indennità di esclusività di rapporto è ancora congelata ai valori del 1999".

Anche le assunzioni e/o stabilizzazioni di precari "annunciate con grandi squilli di trombe appaiono incerte nei tempi e nelle procedure, dotate di stanziamenti esigui rispetto al numero degli aventi diritto ed alle necessità delle dotazioni organiche, anche per rispettare le direttive europee. Senza contare che i precari di lungo corso della ricerca sono addirittura dimenticati, sostituiti dai bonus"- fanno notare i sindacati.

"Si allontanano, così, le condizioni ed i tempi per una uscita reale da 7 anni di blocco contrattuale"- è la conclusione dei sindacati che invitano alla mobilitazione , perchè "non possiamo subire una ulteriore proroga, di fatto, del blocco contrattuale né rassegnarci al peggioramento dei livelli retributivi".