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LA POSIZIONE DELLITALIA

Limitazioni alla Ketamina? De Filippo: farmaco "essenziale"

Limitazioni alla Ketamina? De Filippo: farmaco "essenziale"
Il Sottosegretario alla Salute ha risposto in Senato all'interrogazione sulla proposta di riclassificazione della Ketamina. La senatrice Dirindin paventa "gravi ripercussioni per l'attività chirurgica e veterinaria". De Filippo: farmaco "essenziale", l’Italia ha chiesto e ottenuto il rinvio del voto alle Nazioni Unite e maggiori approfondimenti.

La Senatrice Nerina Dirindin si è rivolta ai Ministri della salute e degli affari esteri e della cooperazione internazionale per sapere come il Governo italiano intenda agire in merito alla richiesta avanzata dalla Cina di inserire la ketamina nella Convenzione Onu di Vienna del 1971, ovvero tra le sostanze che, considerato il loro potenziale, comportano un grave rischio per la salute pubblica e pertanto devono essere sottoposte a rigorose limitazioni in fatto di utilizzo consentito, fabbricazione e detenzione.

Il Sottosegretario alla Salute Vito De Filippo ha risposto in Commissione Igiene e Sanità del Senato facendo presente che il Direttore Generale dell'AIFA si è già "espresso con molta chiarezza, definendo la ketamina come un farmaco difficile da utilizzare ma essenziale". In particolare, "l’AIFA ha assunto un atteggiamento cauto, consapevole del fatto che, ove venisse accolta la richiesta, l'uso della ketamina per l'attività chirurgica, molto diffuso nei Paesi occidentali e negli scenari bellici, sarebbe compromessa".

"Laddove la posizione cinese fosse accolta- ha dichiarato De Filippo-  il farmaco verrebbe escluso dal novero delle sostanze che si possono utilizzare per uso medico, e ciò produrrebbe una serie di conseguenze significative". Per questo, ha aggiunto "l’Italia ha espresso la sua posizione sul tema nella sessione plenaria della CND (organo delle Nazioni Unite); in quell'occasione, pur avendo chiarito che l’uso della ketamina in Italia è controllato, ha chiesto e ottenuto il rinvio del voto, al fine di poter svolgere maggiori approfondimenti".

La ketamina è un anestetico di carattere dissociativo, ampiamente utilizzato per interventi chirurgici, in genere di breve durata, soprattutto in campo pediatrico, traumatologico e in ambito veterinario. Poiché si tratta di un anestetico in grado di sopprimere la respirazione in misura inferiore rispetto alla maggior parte di altri anestetici disponibili, risulta ancora ampiamente usata in campo medico anestesiologico. Tuttavia, soprattutto a causa delle allucinazioni che può causare, non è generalmente utilizzata come anestetico primario, anche se può divenire l'anestetico di scelta quando non siano disponibili affidabili apparecchiature di ventilazione (come avviene spesso in scenari bellici).  Ma in Italia, De Filippo ha ricordato che la ketamina è già rigorosamente disciplinata, risultanto iscritta nella tabella I delle sostanze stupefacenti e psicotrope (DPRn. 309 del 1990) e nella tabella dei medicinali, sezione A, "e dunque è sottoposta ad un elevato livello di controllo come farmaco stupefacente".

Anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità  ritiene la ketamina una medicina essenziale, "e quando, negli anni, vari paesi hanno chiesto una valutazione della sua pericolosità, ha sempre confermato che i rischi di un uso diverso da quello medico non superano i benefici che il farmaco produce per miliardi di persone che vivono nei paesi poveri: dunque l’utilizzo della sostanza in questione non solo è strategico in anestesiologia, specie negli scenari bellici, ma può svolgere anche una fondamentale funzione in psichiatria nel trattamento del Disturbo Post Traumatico da Stress (PTSD). Risulta infatti che una singola dose di ketamina, somministrata tramite infusione endovenosa (IV), abbia portato alla rapida riduzione dei sintomi del PTSD in uno studio pilota randomizzato in doppio cieco di 41 pazienti affetti da PTSD cronico. La ketamina è stata anche associata a una riduzione dei sintomi depressivi concomitanti e al miglioramento del quadro clinico complessivo, ed è stata generalmente ben tollerata senza sintomi dissociativi persistenti significativi".

De Fillippo ha concluso confermando la  necessità di "un approccio più cauto alla questione", oper " non compromettere l’utilizzo di una sostanza che, pur nella sua peculiarità e nella necessaria cautela di impiego, riveste un ruolo fondamentale su due importanti fronti".

Nella sua interrogazione, la Senatrice Dirindin ha ricordato che la Cina e l'India già nel 2012 avevano sollevato preoccupazioni riguardanti la produzione illecita di ketamina per crescenti fenomeni di abuso e che  le Nazioni Unite hanno verificato "che la Cina è la fonte di gran parte del consumo illecito mondiale di ketamina, sia attraverso deviazione dalla legittima produzione farmaceutica, sia attraverso la produzione illecita e il commercio a livello domestico o internazionale". Come osservato dalle autorità sanitarie mondiali, anche l'interrogazione sottolinea che "Paesi con gravi problemi di abuso possono decidere di utilizzare le misure di controllo sulla ketamina,garantendone al contempo l'accesso immediato per la chirurgia e l'anestesia umana e veterinaria".

Anche ECDC si è detta contraria alla richiesta della Cina. A difesa dell'impiego veterinario si è schierata anche la FVE.

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