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CALLISTO FINAL REPORT

Milioni di pets nella UE: rischi, benefici e raccomandazioni

Milioni di pets nella UE: rischi, benefici e raccomandazioni
Nell'Unione Europea ci sono 66 milioni di gatti e 61 milioni di cani. Si conoscono i benefici, molto meno i rischi. Quanto si spende per loro? Quanto si sa delle zoonosi? E cosa si fa per tenerle sotto controllo? Callisto ha concluso tre anni di studi e dettato cinque raccomandazioni all'Europa che li ha finanziati.

Impossibile dire con certezza quanti animali da compagnia vi siano nell'Unione Europea ma è certo che sono in aumento. Callisto Project, il programma di ricerca finanziato dalla UE, stima 66 milioni di gatti, 61 milioni di cani, 39 milioni di uccelli ornamentali, 6 milioni di cavalli e 9 milioni di acquari in UE. Quanto alla spesa annuale per i prodotti e per la cura dell'animale da compagnia, secondo Callisto è "solo" di 25,7 miliardi di euro.  I dati sono contenuti nel Final Report che, ora disponibile al pubblico, chiude tre anni di studio e di analisi degli animali da compagnia in Europa.

Si tratta di stime attinte da tutte le fonti disponibili (allevatori, industria del pet food e dei farmaci, commercianti, veterinari e assicuratori) ma da prendere con cautela, perché- come sottolinea il rapporto Callisto- l'accuratezza del dato è molto diversa da regione a regione e molto deficitaria sugli animali esotici da compagnia. Un ulteriore accento viene posto sui benefici economici che i cittadini e le amministrazioni pubbliche potrebbero trarre dal contenimento delle zoonosi: tanto maggiori gli investimenti in prevenzione tanto minori le spese socio-sanitarie legate alla diffusione di malattie trasmissibili.

Non solo cani e gatti- La definizione di animali da compagnia assunta da Callisto è ampia: "Companion animals are any domesticated, domestic-bred or wildcaught animals, permanently living in a community and kept by people for company, enjoyment, work (e.g. support for blind or deaf people, police or military dogs) or psychological support – including, but not limited to dogs, cats, horses, rabbits, ferrets, guinea pigs, reptiles, birds and ornamental fish".

Un rapporto critico- Callisto mette in luce il paradosso di una Europa che assiste all'aumento degli animali da compagnia ma non vi contrappone adeguati studi e adeguate politiche di intervento.
Attualmente non esiste una legislazione UE relativa a identificazione e registrazione e non è disponibile alcun database unico. La mancanza di dati epidemiologici sull'incidenza delle zoonosi (sia conosciute che emergenti) sia nei pet classici (cani e gatti) che negli exotic pets è da considerare essa stessa un rischio.
Callisto stima che il 70% delle zoonosi emergenti derivino dalla fauna selvatica, rappresentando "una minaccia globale significativa". Eppure, se si eccettua la rabbia silvestre, in Europa "non ci sono seri tentativi di monitoraggio sulla prevalenza, l'emergere o il riemergere dei patogeni zoonotici negli animali da compagnia e quei pochi che ci sono si limitano ai cani e ai gatti.
La circolazione intracomunitaria degli animali da compagnia è un fenomeno che si è accentuato negli ultimi anni, portando l'Unione a dotarsi dell'unico provvedimento europeo esistente in materia di animali da compagnia e cioè il pet passport. Ma non c'è stato un adeguato contraltare rispetto ai rischi da Paesi Terzi. Callisto si sofferma quindi sull'opportunità di prestare attenzione ai movimenti degli animali da compagnia che entrano o rientrano nell'UE dal resto del Mondo.
Pet Travel Scheme a parte (e anche questo focalizzato solo sulla rabbia nel cane) c'è pochissima consapevolezza legislativa della portata delle zoonosi derivanti dagli animali da compagnia". Ad esempio, CCHFV (Crimean-Congo Haemorragic Fever Virus, uno dei 15 patogeni 'paradigmatici' secondo Callisto) non è quasi presente nell'Europa occidentale e tuttavia, dopo i casi del 2002 in Turchia con riflessi nell'area balcanica, è considerata una minaccia emergente il cui veicolo potrebbe essere rappresentato dall'importazioni di animali infetti.
E Callisto non trascura nemmeno di menzionare i rischi derivanti dalla tendenza in atto a detenere come animali da compagnia specie da reddito (ovini, suini e più recentemente anche bovini).

Cinque raccomandazioni- Le raccomandazioni finali di Callisto fanno capo a cinque aree strategiche: 1. Demografia e tracciabilità dei movimenti degli animali da compagnia; 2 Formazione e comunicazione; 3. Sorveglianza e controllo delle infezioni; 4. Valutazione dei rischi; 5. Nuovi strumenti per la diagnosi, la prevenzione e la terapia.
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Callisto è un progetto di ricerca finanziato dalla Unione Europea nell'ambito del Settimo Programma Quadro. Il primo report (first cycle) è stato realizzato nel 2012 con la ricognizione di tutti i dati esistenti sul ruolo degli animali da compagnia come potenziale fonte di rischio sanitario per l'uomo e per gli animali d'allevamento. Il secondo report (cycle-2), pubblicato due anni dopo, si è soffermato sui 15 agenti patogeni considerati 'paradigmatici' negli animali da compagnia, mettendone in luce la scarsa consapevolezza e una insufficiente prevenzione. Per questo, Callisto nel suo rapporto finale pubblicato nel marzo di quest'anno (cycle-3) raccomanda alle autorità europee e nazionali il concetto di "Responsible Pet Ownership" quale principale strategia culturale.

pdfCALLISTO_Project_Final_report.pdf640.99 KB

pdfCALLISTO_BROCHURE.pdf1.2 MB

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