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ATTO C2281

Abuso di professione, audizione ANMVI alla Camera

Abuso di professione, audizione ANMVI alla Camera
Si è svolta oggi alle 14.00 l'audizione informale dell'ANMVI sulle 'Disposizioni in materia di esercizio abusivo di una professione e di obblighi professionali'. In Commissione Giustizia il Presidente ANMVI Marco Melosi e il Vicepresidente Raimondo Colangeli. L'abuso di professione veterinaria è "un reato sommerso e trascurato".
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Ha già avuto il via libera del Senato la proposta di legge del Senatore Giusppe Marinello che inasprisce le sanzioni per il reato penale di esercizio abusivo di una professione sanitaria. Sul testo sono in corso le audizioni in Commissione Giustizia alla Camera.

La proposta di legge " introduce innovazioni positive" ha osservato Marco Melosi, svolgendo alcune considerazioni sulla peculiarità dell'abuso in ambito veterinario. "Un reato 'trascurato'- ha detto in premessa il Presidente ANMVI, secondo il quale "un inasprimento della pena, auspicabile in quanto proporzionato, risulterà efficace solo con una chiara presa di coscienza- a livello sociale, culturale, legislativo e giudiziario- della necessità di prevenirlo, riconoscerlo e contrastarlo con decisione e convinzione". Le denunce "sono poche- ha aggiunto - e sono ulteriormente demotivate dalla loro facile derubricazione ad offesa minore, una declassazione cui non si giunge solo ora con le Disposizioni in materia di non punibilità per particolare tenuità del fatto appena approvate dal Governo, ma che risulta annosa e in buona sostanza riconducibile ad una inerzia che affligge tanto chi dovrebbe denunciare l'abuso (chiunque) quanto chi deve perseguirlo (le autorità competenti)".

Sulla 'tenuità del fatto' – ANMVI ha chiesto sottrarre l'esercizio abusivo della professione veterinaria alla nuova disciplina della 'tenuità del fatto', non solo in ragione della gravità delle sue conseguenze, ma anche del fatto che- in campo sanitario-veterinario- l'offesa arrecata risulta grave anche senza reiterazione ovvero senza carattere di abitualità: l'esercizio abusivo della professione è un reato solo eventualmente abituale, in quanto lo stesso può essere integrato dal compimento anche di un solo atto tipico o proprio della professione. (Cass.- Sezioni Unite Penali n. 11545 del 23 marzo 2012).

Attrezzature e strumenti utilizzati – Apprezzata la misura della confisca delle attrezzature e degli strumenti utilizzati con lo scopo di impedire la reiterazione del reato. Al riguardo, la relazione del Presidente ANMVI ha sottolineato il problema della vendita a soggetti 'laici' di attrezzature e strumenti destinati all'esercizio di atti tipici della professione veterinaria che concorre alla predisposizione di situazioni a rischio, favorevoli all'esercizio abusivo. Il Presidente ANMVI ha pertanto suggerito "un raccordo normativo con la proposta C2281 che contempli e aggiorni anche sotto il profilo sanzionatorio il divieto di fornitura di attrezzature il cui impiego presuppone lo svolgimento di atti medici veterinari di tipo diagnostico e/o clinico.

Omicidio colposo e lesioni personali colpose- La proposta di legge prevede l'inasprimento della pena per il reato di 'omicidio colposo' e di 'lesioni personali colpose' quando commesso nell'esercizio abusivo di una professione sanitaria. L'ANMVI ha rimarcato come il campo di applicazione riguarda solo il caso in cui la vittima sia una persona, mentre l'animale vittima di abuso non risulta contemplata.

La relazione dell'ANMVI ha toccato gli ambiti a maggior rischio di esercizio abusivo, soffermandosi poi sulla riconoscibilità del reato. "Negli spazi di contiguità alla professione veterinaria si creano zone grigie"- ha fatto notare Melosi- dove l'atto medico veterinario, esclusivo e riservato, tipico e proprio, non è inequivocabilmente riconosciuto come tale. L'opacità della competenza- ad oggi non dissipata da un nomenclatore legale delle prestazioni veterinarie (comunque passibile di essere riduttivo e incompleto) - risulta paradossalmente aggravata dall'evoluzione delle competenze in atto, conseguenza diretta dell'evoluzione del sapere medico-scientifico veterinario e dell'insorgenza di nuovi bisogni di assistenza veterinaria". "E'il caso della medicina veterinaria comportamentale e del benessere animale- ha precisato il vicepresidente Raimondo Colangeli- dell'odontoiatria veterinaria, della fisiatria veterinaria, della medicina veterinaria complementare, delle attività assistite con gli animali (cd pet therapy), ecc. tutti ambiti disciplinari d'esercizio professionale di recente consolidamento scientifico, accademico e normativo, che ancora stentano ad essere riconosciuti come tipici, pur essendolo".

Suggerita pertanto alla Commissione una riflessione sulle modalità di riconoscimento del reato di esercizio abusivo della professione veterinaria, eventualmente ricorrendo a disposizioni che concorrano al riconoscimento delle competenze, anche in relazione alle competenze individuate dalla Direttiva 2013/55/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 20 novembre 2013 recante modifica della direttiva 2005/36/CE relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali)

Nel corso dell'audizione è stato rimarcato che la proposta non contempla il concorso nel reato di esercizio abusivo della professione veterinaria, lasciando scoperte le fattispecie della complicità e del prestanomismo; in chiusura sono stati offerti alla Commissione Giustizia alcuni spunti di riflessione sulla prevenzione del reato attraverso iniziative che facciano leva sulla responsabilizzazione del cittadino a verificare tramite l'Albo pubblico, l'effettiva iscrizione all'Ordine del soggetto erogatore o proponente la prestazione.
Non taciuto, da ultimo, l'esercizio abusivo trasversale alle stesse professioni sanitarie, quando un professionista abilitato ad una data prestazione sanitaria esercita su un paziente per il quale non è abilitato.

Il testo integrale dell'audizione è stato depositato in Commissione Giustizia e sarà pubblicato su Professione Veterinaria.