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LASU IN VENETO

Task shifting: un tecnico al posto del veterinario

Task shifting: un tecnico al posto del veterinario
La Federazione degli Ordini del Veneto scrive all'Assessore regionale Coletto e chiede un incontro sull'Assistente Specializzato Ufficiale (ASU). "Provocano disagio e sconcerto iniziative con le quali si vuole introdurre una nuova figura dai compiti e qualificazione nebulosi, che, partendo da un tecnico della prevenzione, attraverso un corso di circa 800 ore vada a sostituire il veterinario nelle catene di macellazione".
L'Azienda ULSS 9 di Treviso intende avviare un percorso volto ad inserire nella propria organizzazione aziendale la figura dell'Assistente Specializzato Ufficiale (ASU) prevista dal Regolamento (CE) n. 854/2004. L'obiettivo dichiarato è di ridurre i costi a carico degli operatori del settore alimentare, nel corso delle verifiche, nei macelli, sul benessere degli animali, audit e ispezioni ante e post mortem.
Il progetto ricalca le previsioni del documento "La necessità di ridistribuire le competenze in ambito sanitario" dell'AULSS 20 di Verona, che si basa sul concetto di "task shifting" cioè la ridistribuzione dei compiti all'interno di un gruppo di lavoro sanitario grazie alla quale competenze tecniche specifiche, spostate da operatori sanitari a qualificazione elevata ad altri di qualificazione formale meno elevata; l'obiettivo il contenimento dei costi. Secondo gli estensori del documento, il concetto di task shifting può trovare applicazione anche in ambito di sicurezza alimentare di interesse veterinario, alla luce del regolamento n.854/2004 che consente che le ispezioni ante e post mortem nei macelli siano effettuate da assistenti specializzati ufficiali addetti al controllo degli animali da macello e al controllo delle carni.

Chiesto un tavolo di discussione- La Federazione degli Ordini Veterinari del Veneto (FROV) parla di "applicazione impropria del task shifting". Nella lettera indirizzata all'assessore regionale Luca Coletto, la FROV chiede l'attivazione di un tavolo per affrontare la questione e che la Regione "esprima con chiarezza la necessità che iniziative che riguardino politiche di programmazione sanitaria devono essere coordinate con tutte le parti interessate e inserite in un più ampio quadro di discussione che riguarda: maggiore attenzione alle esigenze dei giovani laureati e all'adeguamento di standard dipartimentali di prevenzione e formazione dei medici veterinari. La FROV sottolinea che la scelta italiana di  riservare questa funzione di controllo a veterinari laureati si è rivelata "lungimirante e vincente", come le emergenze veterinarie degli ultimi anni hanno dimostrato: "Chiunque abbia visitato un macello industriale sa che vi è appena il tempo, per un occhio esperto, di espletare i compiti che la normativa assegna ai veterinari ispettori. Se un assistente tecnico non fosse in grado di identificare situazioni di pericolo, per mancanza di competenze appropriate, non vi sarebbe più alcuna possibilità di intercettare quel problema e quell'alimento finirebbe sulle tavole dei consumatori".
Per la FROV si va "ridisegnando od almeno immaginando una sanità pubblica veterinaria assolutamente non in linea con l'organizzazione in merito che il nostro paese si è data".

Dubbi sugli obiettivi di risparmio- " Ci si chiede - si legge nella lettera a Coletto-  se il presunto vantaggio economico derivato dall'impiego degli ASU possa essere davvero tale davanti ai vantaggi indiretti derivati alle imprese dal poter vantare il livello di competenza dei controlli a cui sono sottoposte. Questo livello di competenza è frutto del saper fare acquisito tramite un corso di laurea e spesso di specializzazione (assolutamente non a carico del SSN!) e non tramite un semplice corso di formazione di 800 ore (a carico del SSN!) che si occupa di parte e non di tutto lo scibile del veterinario ispettore.
Inoltre l'applicazione impropria del task shifting "comporta lo svuotamento di un ruolo a favore di un altro, con costi molto più elevati (di quelli ipotizzati dagli estensori di dette iniziative) per trasferire conoscenze e per favorire investimenti sui comportamenti da tenere. Pensare tale pratica utile ad efficientare le risorse è fuorviante nell'attuale contesto socio economico oltre che calata in un contesto organizzativo non adeguato".

Ridimensionamenti hanno già effetti sui LEA- Il ridimensionamento dei veterinari pubblici, motivato da cause prettamente economiche, "sta già producendo uno scadimento degli standard di sicurezza alimentare che questa federazione non intende ignorare. Inoltre è condotto in aperta violazione a quanto disposto dall'art. 7 punto 1 del D. Lgs 19 novembre 2008 , n. 194 che, se fatto applicare pienamente a tutte le AULSS del Veneto, aiuterebbe a coprire le attuali carenze di medici veterinari addetti al controllo ufficiale con assunzioni finanziate dagli introiti derivati dalle stesse attività veterinarie (nel 2012 in Veneto sono stati fatturati circa 2.500.000,00 €!). Il citato regolamento prevede infatti che gli introiti derivati dalle attività di ispezione e controllo siano destinati quasi interamente al mantenimento, al potenziamento ed al miglioramento delle attività dei servizi veterinari delle AULSS che li producono e non incamerati dalle amministrazioni delle medesime AULSS come di fatto succede. E' lampante- osserva la FROV-  che un ridimensionamento numerico unito a quello professionale non potrà che avere riflessi peggiorativi sui LEA erogati ai cittadini".

Direzione opposta ad EXPO- La lettera stigmatizza infine che stante l'anno dell'EXPO, di cui i concetti di security e safety food ne sono le tematiche di base, "progetti di tal fatta vanno in direzione opposta ad una sicurezza alimentare di alto livello professionale, che solo figure adeguatamente preparate come i medici veterinari possono dare".

pdfLETTERA_DELLA_FROV_ALLASSESSORE_COLETTO.pdf156.78 KB