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CASSAZIONE

Le cure veterinarie non evitano il reato di maltrattamento

Le cure veterinarie non evitano il reato di maltrattamento
In tema di maltrattamento di animali arriva il monito della Cassazione. Con una sentenza depositata ieri, la Suprema Corte ribadisce ai proprietari che detenere animali in condizioni incompatibili con la loro natura integra un reato penale. Non basta che siano adeguatamente nutriti e visitati dal veterinario.

In tema di maltrattamento di animali, il reato permanente di cui all'art. 727 cod. pen. è integrato dalla detenzione degli animali con modalità tali da arrecare gravi sofferenze, incompatibili con la loro natura, avuto riguardo, per le specie più note (quali, ad esempio, gli animali domestici), al patrimonio di comune esperienza e conoscenza e, per le altre, alle acquisizioni delle scienze naturali.
E' questa la massima della Corte di Cassazione che (sentenza n. 6829 del 17 febbraio 2015) si è pronunciata sul caso di un cavallo ospitato in un box angusto.

Rischia dunque una condanna penale chi detiene gli animali domestici in condizioni incompatibili con la loro natura, anche se li nutre adeguatamente e li fa regolarmente visitare dal veterinario. Oltre 12 mila euro fra ammenda, spese legali e risarcimento agli enti costituiti. Le associazioni animaliste - ha ricordato la Cassazione- hanno diritto al risarcimento del danno.

Nello stesso filone giurisprudenziali si incardina un'altra sentenza della Cassazione, con la quale la terza sezione penale ha ritenuto legittimo il sequestro preventivo di un canile in cui gli animali erano ospitati in misura superiore ai limiti consentiti dalla legislazione regionale. (cassazione.net)