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ANMVI porta l'IVA nell'agenda dei veterinari europei

ANMVI porta l'IVA nell'agenda dei veterinari europei
ANMVI solleva in Europa un "Tax Italian Case". Si aprono oggi a Bruxelles i lavori dell'UEVP: all'odg il Rapporto ELAN-Euralia sulle aliquote IVA in veterinaria. A riferire sarà il Presidente Andrew Robinson. Il caso è stato sollevato dal rappresentante ANMVI, Giuliano Lazzarini, dopo l'approvazione unanime della mozione sulla fiscalità da parte dell'Assemblea ANMVI.
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C'è un "Italian case" nell'agenda dell'UEVP (Union of European Veterianary Practitioners), la sezione dei liberi professionisti della FVE, di cui ANMVI è rappresentante per l'Italia. Oggi a Bruxelles si parlerà di IVA sulle prestazioni veterinarie e di strategie per ridurne le aliquote. Giuliano Lazzarini delegato ANMVI all'UEVP, sollecita da tempo i colleghi europei a prendere in considerazione il problema delle aliquote IVA, un tema, inspiegabilmente sottovalutato fino ad ora nelle sedi veterinarie europee, che ha finalmente riscontrato l'attenzione dell'attuale Board, presieduto dal Collega britannico Andrew Robinson.

Durante la riunione estiva del Board UEVP, Robinson ha deciso di approfondire la questione posta dal rappresentante di ANMVI. Ne è seguito uno studio da parte di ELAN/Euralia (Vat Rates applied to the Veterinary Profession: toward a deep evolution of the EU Regulatory Framework) che, partendo dalla Direttiva IVA e dalle deroghe accordate agli Stati Membri, considera il quadro delle azioni possibili a carico dell'Unione e dei Governi Nazionali. Si tratta di uno studio di fattibilità che ANMVI ha già condotto in ambito italiano e che ha portato alla presentazione di proposte di intervento al Ministero della Salute nostrano, che non escludono ambiti di intervento unilaterali del Dicastero nel riconoscere, ai fini del Testo Unico IVA, la professione medico veterinaria quale professione sanitaria e dunque ammissibile ad un diverso trattamento fiscale; nè risultano ostativi, i distinguo fra prestazioni sanitarie sull'uomo e sugli animali che di per sè non sono sufficienti a spiegare nè la tassazione in sé ne la collocoazione nella fascia di aliquota più elevata (ordinaria al 22%): le cure veterinarie rientrano infatti fra le prestazioni di pubblico interesse (specie quelle con risvolti di sanità pubblica) che possono aspirare ad un regime IVA modificato.

Lo studio di ELAN/Euralia suggerisce quindi una serie di azioni strategiche di cui UEVP potrebbe farsi carico in sede europea, sollecitando i livelli istituzionali competenti.

Al risveglio di attenzione al "Tax Italian Case" può aver contribuito l'emersione di situazioni di disagio economico-fiscale rappresentati dalla veterinaria di altri Paesi, primi fra tutti gli spagnoli; uno stimolo motivante deriva dal mutato scenario economico e professionale che - mentre va verso il mercato unico dei servizi professionali e delle relative qualifiche- risente di una crisi diffusa (link)alla quale fa da contrasto la pressante politica di prevenzione veterinaria dell'Unione Europea. L'occasione è inoltre fornita dalla riapertura della revisione della Direttiva IVA in vista dell'armonizzazione delle aliquote in Europa.

In sede nazionale, il Sottosegretario Vito De Filippo ha accolto un impegno in Aula a promuovere nel semestre europeo iniziative di contenimento della pressione fiscale che grava sulle cure veterinarie, attraverso l'individuazione di agevolazioni, come da votazione favorevole della Camera dei Deputati. L'impegno a sollecitare le sedi europee sulla "causa fiscale" della veterinaria è stato assunto da ANMVI dopo la mozione unanime approvata dall'Assemblea della dirigenza ANMVI nel marzo di quest'anno. La mozione dell'Assemblea ANMVI prevede- oltre ad azioni in sede UEVP- anche all'interno del Desk Europeo di Confprofessioni di cui ANMVI è partecipe.

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