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RELAZIONE 2013

Igiene degli alimenti carente: linee guida da rivedere

Igiene degli alimenti carente: linee guida da rivedere
'Ancora numerose, e in un certo senso non risolte, sono le irregolarità riscontrate nell'igiene generale, del personale e dell'Haccp'. Allerta attivata soprattutto dalle lamentele dei consumatori. Individuate le azioni per il superamento di carenze storiche. Ma servono risorse economiche.

E' scritto nelle conclusioni Relazione 2013 sulle attività di controllo degli alimenti e delle bevande trasmessa dal Ministro Beatrice Lorenzin a Camera e Senato, nella quale sono anche contenute le azioni già individuate per superare problematiche che "risultano essere ricorrenti negli anni".

Lamentele dei consumatori- La Relazione, a cura della Direzione Generale per la sicurezza alimentare,  precisa che "queste carenze sono emerse nel corso delle attività ispettive svolte sia dalle ASL che dal comando carabinieri per la tutela della Salute che ha attivato il sistema di allerta principalmente per via di lamentele dei consumatori". Nel corso della raccolta dei dati si è ancora constatata la trasmissione di modelli A di rilevazione non completi, che non riportano i dati di tutte le ASL ricadenti nel territorio di alcune Regioni, o con alcune incongruenze anche dovute, in taluni casi, all'unificazione dei servizi tra SIAN e SV o all'uso di diversi sistemi informativi regionali adottati per le loro rendicontazioni (ad esempio il numero di unità operative ricadenti nel territorio). Pertanto, si evidenziano ancora dei report regionali in parte disomogenei. Analogamente, i laboratori del controllo ufficiale hanno sottoposto all'analisi 110.017 campioni (124.845 nell'anno precedente e 118.603 nel 2011) con un totale di irregolarità pari all' 1,8%, in aumento rispetto a quella degli ultimi due anni (1.4% e 1,3% rispettivamente).

Azioni future di miglioramento- Il nuovo sistema informatico, al momento ancora a carattere sperimentale, andrà di conseguenza implementato prevedendo, per facilitare l'entrata a regime, maggiori incontri tecnici rivolti ai referenti delle Regioni e dei Laboratori Ufficiali (A.R.P.A., I.Z.S. e L.S.P.), oltre ai tecnici che si occupano di elaborazione, conversione e trasmissione dei dati. Ciò si rende necessario per poter affrontate nel prossimo futuro tutte le problematiche tecniche riguardanti il corretto inserimento e la trasmissione di dati sulla "Vigilanza degli alimenti", e per poter permettere una più efficiente analisi relativa alla categorizzazione dei rischi lungo tutta la filiera alimentare.

Inoltre, andrà definita e completata la revisione delle linee guida 882-854, per la raccolta sui dati delle ispezioni ed audit anche per garantire una omogeneità nella frequenza e nella natura dei controlli su tutto il territorio nazionale. Questa necessità è emersa sia considerando che poche Regioni hanno effettuato un numero di campioni alimentari (presso gli esercizi di commercializzazione e ristorazione) uguali o superiori al 90% dei campionamenti previsti dal DPR 14/07/1995, che da una analisi dei trend sulle ispezioni effettuate negli ultimi sette anni, con una diminuzione delle stesse, particolarmente nei settori dei produttori e dei
trasformatori.

La Relazione conclude con l'auspicio "che vengano rese disponibili ulteriori risorse, sia a livello centrale che regionale.

Contaminazioni microbiologiche e chimiche- La Relazione del 2013 offre un quadro più ampio sulle tipologie dei singoli contaminanti. "Nonostante ciò, il risultato non può essere considerato completo, e non tutti i Laboratori hanno compilato il modello nel dettaglio o lo hanno fatto in modo disomogeneo o incompleto. Per quanto riguarda le contaminazioni microbiologiche, oltre a Salmonella e Listeria, sui campioni analizzati dagli Istituti Zooprofilattici Sperimentali, si è evidenziato che la contaminazione più frequente è stata una elevata carica batterica e altri patogeni (E. coli, Yersinia enterocolitica) in prodotti a base di carne. Sono emerse contaminazioni da Stafilococchi ed E. coli anche in prodotti lattiero caseari, seguiti da E. coli nella categoria pesci, crostacei e molluschi. Numerose irregolarità hanno, inoltre, riguardato istamina in prodotti della pesca e la presenza di sostanze allergeniche non dichiarate in etichetta principalmente in prodotti a base di carne.

Per quanto riguarda le ARPA ed i laboratori di sanità pubblica delle ASL, le principali contaminazioni microbiologiche, ricadenti sotto la voce "altro", si riferiscono ad E. coli, Stafilococchi e muffe, principalmente rilevate nei piatti preparati e cereali e prodotti della panetteria. Per le contaminazioni chimiche, invece, le maggiori irregolarità rilevate, oltre alle micotossine e ai metalli pesanti, sono rappresentate principalmente dai residui di fitofarmaci nella categoria frutta e verdura e dalla presenza di allergeni non dichiarati in etichetta.

Per la Listeria monocytogenes si osserva un incremento soprattutto per piatti preparati e carne e prodotti a base di carne. Una diminuzione è riscontrata per i prodotti lattierocaseari. Per la Salmonella, invece, le maggiori non conformità sono osservabili principalmente nei prodotti a base di carne e uova, mentre si assiste ad una diminuzione, negli ultimi due anni, nei vegetali (come peraltro evidenziato anche dall'analisi delle notifiche di allerta RASFF), nonché in zuppe e brodi e in piatti preparati.

Relativamente ai contaminanti chimici la Relazione evidenzia che le micotossine, sono osservabili maggiori variazioni ed incremento negli ultimi anni per i cereali e prodotti di panetteria, mentre rispetto al 2012 vi è una diminuzione di non conformità nella frutta secca. Per i metalli pesanti si assiste, rispetto allo scorso anno, ad una diminuzione di non conformità rilevate nei prodotti della pesca e un aumento per le migrazioni di materiali destinati a venire a contatto con gli alimenti, nel vino e nella frutta e verdura.

 

pdfLA_RELAZIONE_DEL_MINISTERO_DELLA_SALUTE_AL_PARLAMENTO.pdf7.2 MB