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LA CIRCOLARE

"Alimento veterinario", il Ministero: è un claim non consentito

"Alimento veterinario", il Ministero: è un claim non consentito
Precisazioni dal Ministero della Salute su alcuni claim "frequentemente utilizzati in maniera non corretta nell'etichettatura dei mangimi".

L'utilizzo di espressioni come linea veterinaria, soluzione veterinaria, alimento veterinario oppure diete prescritte "costituisce un utilizzo dei claim nell'etichettatura di mangimi non conforme alla normativa".

Lo scrive la Direzione Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari in una circolare inviata ai Servizi Veterinari, Pif, Uvac e alle associazioni di categoria Assalzoo, Assalco e Aisa.

Sono le norme europee, in particolare il Regolamento 767/2009, a non consentire l'utilizzo di termini, immagini o grafici che richiamano la figura del medico veterinario o che associano il mangime alla professione medico-veterinaria.

"L'unico riferimento alla figura del veterinario nell'etichettatura die mangimi- spiega la circolare ministeriale-  è esplicitamente ammesso per i mangimi dietetici, nei casi richiamati dall Direttiva 2008/38/CE.

Ai primi di febbraio una riunione del Comitato Permanente europeo che si occupa di sicurezza alimentare e dei mangimi ha concluso che "l'utilizzo di qualsiasi claim che faccia riferimento alla figura professionale del veterinario, compresi i termini non in lingua italiana, le sigle o le abbreviazioni, porta erroneamente l'acquirente  a credere che il mangime sia chiaramente associato alla pratica medico-veterinaria o possieda in qualche modo una funzione terapeutica o preventiva". Tutte caratteristiche- conclude il Comitato- "non proprie di un mangime, ma di un farmaco veterinario".

I claim non conformi sono passibili di sanzioni, come previsto dal Decreto Legislativo 3 febbraio 2017, n. 26.

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